il teatro "L'Aura" ha offerto tre "misteri buffi" in uno spettacolo di grande qualità

di Rosanna Pilolli 29/09/2016 ARTE E SPETTACOLO
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Va detto subito, il giovane attore Nicola Mariconda ha dato vita ad uno spettacolo di grande qualità suggestiva proponendo sul palcoscenico del Teatro “L’Aura”  come autore e interprete,  una rivisitazione colta di parti del “Mistero Buffo” di Dario Fo . Sul  palco nudo ha fatto irruzione questo attore funambolico e oltremodo creativo inventando una inaspettata chiave di espressione. Ha riportato sulla scena la lingua antica della  Campania . Un lessico le cui espressioni dirette colorite e piene della corporeità meridionale, la idealizzazione rapidissima della lingua, il  “gramelot” onomatopeico, hanno permesso al pubblico di emozionarsi,  di riflettere e di darsi ad una risata liberatoria sulle riconoscibili situazioni dei giorni nostri. Uno spettacolo di valore che ha perfino commosso gli spettatori più anziani riportandoli agli anni  “aperti” del secolo scorso. Ai temi della dignità umana e della solidarietà un tempo profondamente sentiti.

Tre i Misteri raccontati dall’attore-autore Mariconda con capacità di interprete di rango. Il  primo racconta la nascita del “giullare”.  Di colui che nei secoli del medioevo chiamava a raccolta nelle piazze e illustrava la realtà senza peli sulla lingua. Un contadino lavora dalla mattina alla sera il suo campo e scopre nel terreno roccioso la possibilità di costruire delle “terrazze” più rigogliose. Chiama così al lavoro la moglie e i figli. Dunque prospera e la voce del suo nuovo benessere si spande nel contado.. Conosciuta la notizia giunge a cavallo il signore del castello insieme ai  suoi “bravi”. Si appropria del lavoro del contadino distruggendo ogni cosa e appropriandosene, violenta la moglie davanti ai figli. L’uomo oltraggiato quasi impazzisce e la sua famiglia si disgrega nella sofferenza. A quel punto appare  un giovanotto dagli occhi azzurri. “Chi sei?” “So’ Gesù o figlio e Dio”.  E’ davvero il Gesù dei poveri che  invita il contadino a raccontare a tutti nel paese la sua storia chiamando così gli altri diseredati  alla conoscenza della ingiustizia subita. E compie il miracolo di rendere  il contadino un “giullare”. Il messaggero di giustizia e solidarietà.

La dignità dell’uomo è il soggetto del secondo “Mistero”. Un cieco e uno storpio di fronte al miracolo del Cristo legato alla colonna della flagellazione reagiscono diversamente alla nuova vita che li attende dopo che sono stati sanati. Il cieco è felice di poter vedere il mondo che lo circonda, lo storpio inveisce perché non può più guadagnare mendicando. L’onore dell’uomo sta nel vivere secondo un’etica che è amore e rispetto per se stesso e per il mondo che lo ospita. 

Nel Terzo Mistero il piccolo Gesù  si trova in Egitto con Giuseppe e Maria dopo  la fuga da Erode. E gioca con gli altri bambini dando vita a piccoli miracoli . Il figlio del re non può sopportare che il piccolo “Palestina” sia stato riconosciuto capo dei bambini. Sarà fulminato dal figlio di Dio e subito resuscitato per intercessione di Maria. Il richiamo è al perdono e alla comprensione. 


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